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Aiuto, ho un afte!

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Le afte della bocca sono lesioni della mucosa orale, riconoscibili per l’alone rossastro che circonda la piccola abrasione dai 2 ai 5 mm, oltre che per il dolore fastidioso che le accompagna.

Come curare l’afte

No ad alcolici, cibi acidi e piccanti. Non è vero che questi prodotti aiutano la cicatrizzazione, aumentano inutilmente il dolore e non risolvono il problema.
Sì ai propoli, rimedio utile e naturale.
Il sale aiuta: mescola un cucchiaino di sale in un bicchiere di acqua tiepida e sciacqua la bocca.
Collutorio: un grande aiuto nel calmare il dolore in bocca e nel contrastare la formazione di batteri
Aggiungere alla dieta integratori vitaminici, minerali e probiotici, oltre ad alimenti che contengono ferro, tra cui le verdure a foglie verdi, i cereali integrali, il latte.

In presenza di afte molto dolorose, è possibile dare sollievo tramite alcuni analgesici o collutori contenenti antibiotici per prevenire infezioni batteriche e ulteriori complicanze. In questo caso è sempre meglio farsi visitare e con l’ausilio del laser fare delle applicazioni sulla zona per rendere la lesione meno dolorosa. Nel mio studio ho già trattato con successo tali lesioni.
Resto a disposizione per qualsiasi domanda. A presto

 

Dott. Antonio Zuppardi

Fluoroprofilassi

Nuove Linee Guida Organizzazione Mondiale Sanità

Fermo restando che la fluoroprofilassi, intesa come prevenzione della patologia cariosa mediante la somministrazione di fluoro, risulta ancora considerata la “pietra miliare” in termini di prevenzione, negli ultimi anni si sono rivisitati alcuni concetti.

Il fluoro può essere somministrato per: Via TOPICA esponendo le superfici dentali a sostanze che ne contengono elevate concentrazioni (gel, dentifrici, vernici). Queste sostanze NON sono destinate ad essere ingerite. F Via SISTEMICA cioè mediante l’assunzione costante e regolare per bocca (gocce, acque fluorate, latte, sale, compresse).
Ad oggi l’effetto preventivo sembra essere più efficace con la somministrazione topica post- eruttiva piuttosto che con la somministrazione sistemica.

Le linee guida dell’OMS prevedono quindi un programma di Fluoroprofilassi di questo tipo: Dai 6 mesi ai 6 anni Uso di un DENTIFRICIO contenente almeno 1000ppm di fluoro 2 volte al giorno, con un ATTENTO CONTROLLO da parte degli adulti della dose utilizzata sullo spazzolino in quanto, essendo i bambini ancora piccoli, potrebbero ingerirne una certa quantità . Laddove l’uso del dentifricio risulti essere oggettivamente difficile o in individui ad alto rischio di carie si può integrare con l’assunzione di GOCCE (6mesi/3 anni 0,25 mg/die – 3/6 anni 0,5 mg/die in gocce o pastiglie). F Dai 6 anni Uso di un DENTIFRICIO contenente almeno 1000ppm di fluoro 2 volte al giorno.
Il dentifricio dovrebbe essere risciacquato il meno possibile.
A ciò si deve aggiungere che qualsiasi ulteriore applicazione professionale topica di fluoro (gel, vernici) è consigliata ed in particolare modo NECESSARIA per individui a medio ed alto rischio di carie.
Sulla base di diversi studi l’OMS sottolinea che è quasi impossibile ottenere benefici in termini di prevenzione senza dar luogo a forme, seppur lievi, di FLUOROSI, che si può manifestare anche con la comparsa di macchie bianche sullo smalto. Tuttavia se si seguono le indicazioni, l’eccessiva assunzione di fluoro nel corso della terapia topica risulta essere estremamente limitata.

Ciuccio, passione o tormento? Come disabituare un bambino

E’ ormai noto che prolungare l’utilizzo  del ciuccio può provocare disturbi dentali. Consigliabile toglierlo intorno ai tre anni poiché il bimbo diventa più sicuro di se stesso e può quindi superare con più facilità il distacco da questa tanto amata abitudine.   Per i genitori riuscire nell’intento non è sempre così semplice, per questo voglio darvi qualche suggerimento per rendere meno traumatico questo importante passaggio:

  1.  il ciuccio rappresenta un’ abitudine durante la giornata, di solito il bambino lo cerca al momento della nanna o del distacco dalla mamma. L’occasione giusta per intervenire è quando questa routine viene modificata anche solo momentaneamente poiché il bimbo farà meno fatica ad abituarsi ai nuovi ritmi, ad esempio quando si parte per una vacanza oppure si trasloca.
  2. possiamo tranquillamente dire che abbiamo dimenticato il ciuccio a casa e gratificare il bimbo in altro modo magari con piccoli regali.
  3. iniziare a togliere il ciuccio la notte solo quando si è certi che il bambino sia in grado di farne a meno durante il giorno.
  4. prepariamo il bambino con un po’ di anticipo e incoraggiamo tutti i familiari a complimentarsi con lui per la sua “grande impresa”. Festeggiamo le prime notti senza ciuccio in modo che il bambino si senta orgoglioso e sicuro di se stesso.

Cosa non fare mai

Di seguito alcuni consigli su cosa non fare per fare far allontanare i bambini dal cuccio

  1. far sparire il ciuccio da un momento all’altro senza dare spiegazioni; il piccolo potrebbe non adattarsi a questo cambiamento repentino e diventare nervoso e insofferente.
  2. prenderlo in giro dicendo: “così non diventi mai grande” “tutti i tuoi amichetti non lo usano, solo tu ce l’hai ancora” . In questo modo, creeremmo una grande ansia nel bimbo e un’ulteriore dipendenza dal ciuccio.
  3. non cominciare mai a togliere il ciuccio in concomitanza di eventi importanti (nascita di fratellini o sorelline, ingresso alla materna, etc.).
  4. non cedere mai e stabilire una linea di condotta salda. Un solo ripensamento insegna al bimbo che si può tornare indietro; la volta successiva sarà ancora più difficile.

In bocca al lupo!

 

Dott. Antonio Zuppardi

Alitosi – Cause e rimedi all’alito cattivo

L’alitosi può interessare chiunque (bambini, adulti, anziani) e può essere un motivo di disagio, specie nei rapporti interpersonali.
Nella maggior parte dei casi l’alito cattivo è legato a cattive condizioni della bocca o ad abitudini che possono essere corrette.

L’alito cattivo è un disturbo che spesso può essere trattato con successo.

Se dipende dalla bocca:

  • Igiene orale. La pulizia accurata dei denti è essenziale per evitare l’alitosi. Un’igiene scarsa non allontana i residui alimentari e favorisce l’accumulo di una sottile pellicola (placca batterica) sulle superfici dei denti, delle gengive e della lingua. I batteri utilizzano queste sostanze e producono composti che sono la causa principale del cattivo odore.
  • Saliva. L’azione della saliva è importante per mantenere una bocca pulita, quindi tutte le condizioni che determinano la bocca secca (xerostomia) favoriscono l’alitosi.
  • Malattie orali. Tutte le patologie che colpiscono il cavo orale (gengiviti, parodontiti, carie estese, malattie della mucosa) aumentano l’alitosi. È quindi necessario mantenere in buona salute la propria bocca controllando periodicamente con il dentista lo stato di denti e gengive.
  • Altre cause. Otturazioni, apparecchi ortodontici e protesi difficili da pulire, favoriscono l’accumulo della placca e possono causare alitosi.

Alitosi da fattori esterni:

  • Alimenti. Aglio, cipolla, porri e alcune spezie possono causare odori sgradevoli nell’alito fino a 72 ore dopo la loro assunzione.
  • Alcol. Le bevande alcoliche sono una causa comune di alitosi.
  • Fumo. L’abitudine al fumo di tabacco conferisce all’alito un odore caratteristico e persistente, in parte dovuto a composti volatili solforati.

Talora l’alitosi può essere causata da patologie infiammatorie come le sinusiti e le tonsilliti. Anche alcune malattie bronchiali e gastriche possono determinare un alito cattivo.

L’intervento del dentista

Quando si soffre di questo disturbo la cosa migliore da fare è parlarne con il dentista che potrà individuare le cause del cattivo odore e aiutare a risolvere il
problema spesso semplicemente con sedute di igiene orale.

Consigli pratici per evitare l’alitosi

Se non ci sono cause particolari, per evitare l’alito cattivo è sufficiente seguire alcuni semplici accorgimenti:

  • spazzolare bene i denti, pulire gli spazi tra i denti con l’apposito filo, spazzolare la lingua;
  • evitare di mangiare cibi che causano un cattivo odore dell’alito (aglio, cipolla e simili);
  • non fumare sigarette, sigari o pipa.

Consultare il medico generico per le cause di alitosi non di pertinenza del cavo orale.

Dott. Antonio Zuppardi

Traumi dentali, come comportarsi ….

Traumi dentali, come comportarsi in caso di incidente
Con la bella stagione e la fine della scuola, i nostri bambini passano sempre più tempo all’aria aperta, giocando al parco, andando in bicicletta, in spiaggia. Attività sicuramente da incoraggiare che può, però, comportare dei rischi anche per la dentatura. Sono infatti in aumento i traumi dentali su pazienti nella prima infanzia e in età evolutiva, anche se poi le statistiche indicano nell’ambiente domestico il luogo con i maggiori rischi.
La prevenzione è come sempre la migliore cura, evitare situazioni potenzialmente pericolose è il primo passo per evitare traumi, come necessario è adottare tutti quei sistemi di protezione (caschi, paradenti, etc.) se si pratica attività sportiva o ludica potenzialmente a rischio.
Ma l’incidente può sempre capitare.
In caso di trauma dentale tranquillizzare il bambino è la prima cosa da fare. Se l’incidente ha comportato l’avulsione del dente la prima cosa da fare è recuperarlo e conservarlo in un contenitore immergendolo in latte o saliva e recarsi immediatamente dal proprio dentista di fiducia. Il dente può essere reimpiantato, se fatto nelle 2-3 ore successive, con buone possibilità di essere recuperato.
Se il dente si è semplicemente fatturato, anche in questo caso recuperate il frammento, il vostro dentista di fiducia potrà, in molti casi, ricomporre la parte fratturata.
Una volta completato l’intervento del dentista, si dovrà seguire il decorso post clinico mantenendo un’ottima igiene orale, spazzolando i denti dopo ogni pasto ed applicando sulle parti traumatizzate del gel di clorexidina (01%), se prescritto dall’odontoiatra.
Si raccomanda, inoltre, una dieta soffice per 10 – 14 giorni e, nei bambini più piccoli, limitare l’uso del ciuccio.
Da sapere che durante la fase di guarigione è possibile l’insorgenza di complicanze come dolore, gonfiore, aumento di mobilità o comparsa di fistole per le quali si rende necessario l’intervento dell’odontoiatra. Visite di controllo frequenti dal proprio dentista di fiducia, fino alla completa guarigione, sono consigliate. (ANDI)
Paradentisnowgirl

herpes

HERPES CURA CON LASER TERAPIA
Cura Herpes labiale con Laser terapia

Il virus Herpes Simplex è la causa dell’herpes labialis. Questa infezione si presenta come un insieme di vescicole sulle labbra (per questo chiamato a volte febbre del labbro).

Decorso dell’Herpes Labiale

Prurito, pizzicore arrossamento
In questa prima fase dell’esordio capita di percepire sul labbro un leggero pizzicorio simile a un prurito, dopo poco e si può notare un gonfiore e un arrossamento della zona interessata.

Esordio delle vescicole
In questa fase nella quale la terapia laser può bloccare l’herpes prima ancora che diventi completamente visibile, appaiono piccole vescicole di colore chiaro. Capita che le si possa confondere con semplici brufoli, accorgersi della natura dell’infezione è facile: le vescicole saranno raggrupate tra di loro.

Da vescicole e lesioni della cute
Le vescicole si infrangono e compaiono delle microferite rosse sul la cute del labbro. Occorre attenzione, poiché sono altamente contagiose.

Scomparsa delle vescicole e comparsa delle crosticine
Quando le lesioni iniziano a guarire compaiono crosticine giallo/marroni: può tornare la sensazione di prurito, ma in genere sono ancora dolorose.

Cura dell’herpes con il laser

Il laser è un sistema estremamente valido, in contrapposizione a terapie farmacologiche (con medicinali).

Perché curare l’herpes con il laser?
I motivi per scegliere la terapia laser sono diversi:

totale assenza di invasività la possibilità di una alternativa terapeutica che non utilizzi farmaci
la velocità e la semplicità del trattamento fattori pratici ed estetici: non dover vivere i giorni del decorso con le labbra coperte di pomate bianche, poco pratiche e decisamente poco estetiche
Si interviene in genere tra la prima e la seconda fase della comparsa della patologia.
Il trattamento tramite laser non comporta completamente nessun dolore.
Già dalla prima seduta è visibile un miglioramento, il paziente avverte una ridotta sensazione di prurito e pizzicore.
Il Laser agisce denaturando il virus sulla superficie della lesione.
Per guarire completamente in genere bastano 1/2 sedute di dieci minuti, a seconda della gravità.

Non solo nella cura, ma anche nella prevenzione: ai primissimi sintomi, una seduta può essere sufficiente a scongiurare i rischi di comparsa.
Le ragioni che fanno preferire l’applicazione del laser come terapia per l’herpes sono molteplici e i risultati estremamente incoraggianti spesso completamente superiori alle terapie farmacologiche .

Se avete dubbi, non esitate a contattarmi. Grazie

Ho perso il filo….

Ho scelto questo filmato breve, ma ne troverete molti sull’argomento. Sembra una perdita di tempo o un di più, ma passare il filo interdentale ai pasti principali o immancabilmente la sera è certamente un’ottima abitudine.
Bastano poche regole ed un esecuzione accurata per avere una bocca pulita e sana.
La scelta del filo cerato o non cerato, aromatico o non aromatico, non è facoltativa, ma va consigliata dal dentista caso per caso.
Il movimento dev’essere sempre delicato, dall’alto verso il basso, arrivati alla base della papilla si torna su circondando la parete del dente. Si ripete la stessa manovra sulla parete adiacente.
Molto importante è arrivare a pulire la parete ultima del molare del giudizio difficilmente raggiungibile dallo spazzolino.
Bene questo è quello che ci tenevo a dirvi su un’abitudine poco praticata, ma molto salutare. Ah!, dimenticavo è preferibile usare prima il filo e poi lo spazzolino.
Vi aspetto per chiarimenti ed eventuali domande.
A presto